di Liletta Fornasari (2017)
Raccontare il proprio essere e il proprio sentire con l'intenzione di sollecitare lo stato d'animo e l'istinto dell'osservatore, oltre che di provocare in ogni caso emozioni immediate, è l'aspetto fondante dell'arte di Giuliano Azzoni, artista eclettico e particolarmente originale, per quanto non estraneo dall'inevitabile confronto con grandi maestri. Autodidatta, agitato, fantasioso. per molti aspetti genuino, nonché dotato di un talento quasi geniale e senza dubbio 'patito della materia", Azzoni affronta la scultura e la pittura "precipitandosi" con il suo essere e il suo fare entro il materiale utilizzato, dalla pietra, al legno e all'alluminio, con la determinata volontà di tradurre concretamente, attraverso una varietà di forme e di elementi, intuizioni, interrogativi, tormenti, emozioni, ricordi o idee che in modo improvviso nascono e si sviluppano nella sua più profonda interiorità. Istintivo e passionale è il suo approccio con la propria arte, caratterizzata e scandita nel tempo da temi che, seguendo soggetti archetipi e in molti casi anche ancestrali, segnano un percorso mentale, oltre che visivo, tra reale e irreale, tra immaginifico e oggettivo, tra corporeità ed etereo, senza escludere accezioni quasi mistiche, connesse ad una personalissima forma di vivere e sentire la dimensione del divino. Molti dei suoi temi si sviluppano parallelamente sia in pittura, che in scultura, determinando una complessa gamma di realizzazioni e di percezioni visive in uno scambio trasversale, nel quale elemento aggregante diviene la poesia o la parola, sia scritta, che pensata. Spazi interpretati come dimensioni senza tempo caratterizzano le città che Azzoni definisce "sotterranee", senza turisti e con strade prive di progetto architettonico, ma che divengono nella complicata elaborazione mentale dell'artista tappe di un
viaggio senza sosta e fatto in piena liberta intellettuale. A questo appartengono anche geometrici meccanismi o "marchingegni" quasi incomprensibili ad una prima veloce osservazione, nei quali pero simboli e strani equilibri danno forma a significati profondi. in alcuni casi senza dubbio misteriosi, ma comunque capaci di rappresentare aspetti della vita e di diventare, in linea con quello che in passato era uno dei grandi valori dell'arte, oggetto di contemplazione relativamente all'ineluttabile trascorrere del tempo ed altre domande forti, dai "confronti senza confronto" fino alla continuità della morte. Analoghe considerazioni valgono per la pittura, dominata dalla forza e dal vigore del colore che Azzoni abbina attraverso contrasti stridenti, come se l'elemento cromatico fosse da plasmare senza mortificarlo e sacrificarlo entro i contorni della figurazione pittorica. Un'energia in espansione e il ductus che conduce le sue rappresentazioni dipinte, animate da una carica di follia latente ed espressa nell'affrontare con immediatezza temi relativi alla vita e all'umanità nel suo essere secolare. dai simboli fallici e sensuali alla fertilità. emblematica anche in scultura da donne gravide con il ventre gonfiato, nelle quali la carne viene esaltata. Nel ricco e fantasioso repertorio di Azzoni non mancano attenzioni al mondo naturale, testimoniato dagli uccelli, simbolo di una condizione soprannaturale e poetica, in cui come scrive Azzoni stesso, lo "stato d'animo procura il volo e librarsi verso l'alto", e dai fiori, anch'essi, come i primi, simbolo di antiche ed esotiche leggende. Nella scultura metalli, pietre e legni, compreso attrezzi antichi artigianali, si mescolano esaltando la materia fino a raggiungere suggestioni legate anche alla memoria di attività passate, oltre che in molti casi proiettandosi irrazionalmente verso le incognite della vita futura.